Risorse Bibliografiche

ALICI Luigi, L’altro nell’io. In dialogo con Agostino, Città Nuova, Roma 1999, pp. 336.

fascicolo I, volume 10 (2001), pp. 159-161.
Recensioni

ALICI Luigi, L’altro nell’io. In dialogo con Agostino, Città Nuova, Roma 1999, pp. 336.

Attendevo la pubblicazione di questo saggio, perché ne avevo avuto dall’autore alcune anticipazioni. L’ho letto con soddisfazione, perché non delude mai le attese e stimola al dialogo, non solo con Agostino ma anche con le più interessanti proposte filosofiche dei pensatori contemporanei.La ricerca è strutturata in tre parti: si comincia con le “linee di orientamento”, in cui si offre un’introduzione generale al pensiero agostiniano, con le sue coordinate fondamentali; seguono le “linee di approfondimento”, che sviluppano l’indagine su alcune questioni nevralgiche; si conclude con le “linee di sviluppo”, che aprono il confronto con le istanze sollevate dal contesto filosofico-culturale odierno. Lo snodo centrale di tutta la riflessione è costituito dal ripensamento dell’interiorità, che non significa affatto, sulle orme del Vescovo di Ippona, autoosservazione o intimismo, ma appunto riscoperta dell’altro nell’io, cioè della presenza di un’alterità che è infinitamente ulteriore a me stesso eppure infinitamente prossima, interior intimo meo et superior summo meo. Questa strada non conduce al solipsismo, perché l’interiorità in Agostino è inseparabile dalla comunità (cfr. pp. 121, 191 e 282) e dalla trascendenza, sicché tale principio concorre «a qualificare la nozione di persona in modo determinante e integrale, senza ridursi a un’esangue cifra simbolica» (p. 287).I primi capitoli si dipanano seguendo passo per passo le vicende biografiche di Agostino. Riconosco che inizialmente tale sfondo storico mi era sembrato superfluo, ma via via ne ho compreso la necessità, perché è impossibile staccare nell’autore prescelto la ricerca filosofica dalla conversione al cristianesimo, la fede dalla ragione, la quotidiana disciplina interiore dalla riflessione teoretica: se lo si facesse, si correrebbe il rischio di gravi semplificazioni o di fraintendimenti. Ciò nonostante, questo libro non ha un tono agiografico e non sorvola su oscillazioni, evoluzioni, apparenti incongruenze e accenni utopistici riscontrabili nelle opere agostiniane, ma li inquadra adeguatamente e ne delimita la portata. Tra le caratteristiche che vi spiccano maggiormente nel testo, c’è quella della dovizia dei riferimenti bibliografici, sempre puntuali e pertinenti, indizio di una ricerca lunga, approfondita e senz’altro appassionata.Avvalendosi delle sue precedenti ricerche, il prof. Alici (che ha anche tradotto in italiano diverse opere di Agostino) guida con competenza il lettore alla comprensione dei nuclei tematici racchiusi nel più ampio argomento dell’interiorità; menziono soltanto: il rapporto tra l’intelligenza, la fede e l’autorità; la retorica e l’ermeneutica adeguatamente vivificate dal rapporto con la verità; l’amicizia e il primato dell’amore; la visione della storia e il problema del male.Potendo soffermarmi solo su qualche punto, mi sono parse particolarmente interessanti le pagine sul legame tra essere, pensiero e linguaggio, le cui conclusioni servono per impostare correttamente il rapporto tra ermeneutica e metafisica. Alici spiega che, al riguardo, l’autore delle Confessioni opera una saldatura tra ontologia e semantica, sulla base dell’antropologia: «il linguaggio non è soltanto una spirale babelica in cui l’umanità peccatrice paga il prezzo delle sue divisioni e gioca una partita spregiudicata di conquista del consenso; esso è, prima di tutto, il luogo di incarnazione dell’invisibile e quindi il varco attraverso il quale la persona intravede le profondità metafisiche della propria vocazione. L’altro nell’io si annuncia attraverso il linguaggio» (p. 161). Entro tali coordinate, la ricerca della verità non è mai un puro impegno intellettualistico ma implica sempre il rapporto personale con «un dono totale e gratuito che ci interpella e ci mette in cammino» (p. 164).Molto ricche sono anche le riflessioni sulla speranza, considerata in raffronto con la questione del male e della morte. In riferimento, tra l’altro, ad un saggio di Lettieri, che la definisce “la grande virtù della riconoscibilità cristiana” (cfr. p. 190, nota 116), viene sottolineata la centralità della speranza negli scritti agostiniani: ciò non significa falsare il senso delle vicende storiche, ma anzi aprire la storia tramite la tensione salvifica, che non è una fuga dal tempo storico bensì una risposta adeguata ad esso (cfr. pp. 184-189). Anche in questo caso, Alici non ignora i rilievi mossi ad Agostino da alcuni studiosi, ma li vaglia alla luce dell’intero contesto speculativo e della restante bibliografia sull’argomento.Se non si perde di vista l’antropologia agostiniana dell’homo viator, verranno comprese bene le nozioni agostiniane di memoria e di verità interiore, riconoscendovi l’elaborazione di un autentico «modello di esistenza ermeneutica» (p. 219) innervata dall’inquietudo. Perciò il baricentro dell’intera persona umana è proiettato all’infuori di sé: «l’uomo può aprirsi interamente a Dio, poiché è in esso, costitutivamente, esperienza di alienazione e di trascendenza. Il principio di interiorità diventa il fulcro di questa filosofia, non in quanto autorizza una forma di evasione spiritualistica (anche se il pensiero di Agostino manifesta di volta in volta forti sbilanciamenti in questa direzione), ma in quanto trascrive la duplicità dell’io, come compresenza di passività e attività, nei termini di una relazione di prossimità, irriducibile all’orizzonte della mutabilitas» (p. 222).Denso di indicazioni utili per la ricerca è il capitolo della terza parte, intitolato “L’incontro con i contemporanei”. Vi è offerta una panoramica delle interpretazioni recenti dei principali temi agostiniani, tra cui il rapporto tra cristianesimo e neoplatonismo e quello tra fede e ragione, la ripresa di Agostino effettuata dal personalismo e dallo spiritualismo, il rapporto tra interiorità e temporalità, le indagini sulla semiotica e sulla linguistica agostiniane, il tema della soggettività. Un intero capitolo è dedicato al confronto tra Agostino e Ricoeur, il quale presenta molte affinità e addentellati con l’impostazione del presente volume, in particolare nell’opera Sé come un altro. Alici, comunque, non si limita a prendere in esame quest’ultimo saggio (tradotto in italiano nel 1993), ma anche le altre opere del filosofo francese, il quale è visto come un esempio di un certo modo di affrontare il pensiero agostiniano. Mettendo a fuoco le premesse teoretiche da cui parte e da cui è condizionato Ricoeur, è possibile individuare i punti di contatto e quelli di distacco rispetto ad Agostino e formulare una valutazione critica molto precisa ed equilibrata. Tra le differenziazioni che emergono, va rilevata in Ricoeur una doppia cautela dall’effetto frenante: da un lato, «una autolimitazione critica del logos filosofico, tenuto discretamente a distanza dalla fede, perché questa possa essere mantenuta al riparo da ogni indebita razionalizzazione e restituita alla sua paradossale gratuità»; dall’altro, «una elaborazione antropologica costruita tutta per via indiretta e allusiva, come una regione inesplorabile per la razionalità analitica e insieme presupposto imprescindibile di ogni sua operazione» (p. 254).La conclusione cui giunge nel suo libro il prof. Alici è che è possibile andare “con Agostino oltre Agostino”, riconoscendo nella categoria di interiorità un campo di indagine pregno di futuro. Non si tratta di effettuare «un ingenuo recupero apologetico», ma di realizzare «una feconda circolarità ermeneutica tra Agostino e il nostro tempo» (p. 276): per questo compito il presente volume è una solida base. FRANCESCO RUSSO