Risorse Bibliografiche
ALVIRA Rafael, La razón de ser hombre. Ensayo acerca de la justificación del ser humano, Rialp, Madrid 1998, pp. 205; Filosofía de la vida cotidiana, Rialp, Madrid 1999, pp. 112.
fascicolo II, volume 9 (2000), pp. 353-354.
Recensioni
ALVIRA Rafael, La razón de ser hombre. Ensayo acerca de la justificación del ser humano, Rialp, Madrid 1998, pp. 205; Filosofía de la vida cotidiana, Rialp, Madrid 1999, pp. 112.
Rafael Alvira è autore di diversi titoli di carattere metafisico e antropologico e curatore di molteplici opere collettive. In questi due saggi raccoglie gli aspetti più importanti della sua visione dell’uomo, e anche se nel primo si offre una visione complessiva dei grandi temi della vita umana, non si può pensare ad un’opera di tipo manualistico. I quattro lunghi capitoli in cui è diviso il lavoro costituiscono profonde riflessioni dell’autore, che si ispira al pensiero di filosofi moderni e antichi per confrontare le loro posizioni e ricavare un insieme di nozioni con le quali ritrarre le sembianze della persona nel mondo contemporaneo.Il primo capitolo – Cómo se conoce el hombre a sí mismo – presenta diversi approcci per la considerazione dei problemi umani. Siccome l’uomo non è un mero “oggetto” da studiare dall’esterno, bisogna sviluppare certe capacità di riflessione e di considerazione dei “fenomeni interni” dello spirito. È necessario imparare a ricononoscere e a riconoscersi nel proprio agire per capire gli altri e l’ambiente sociale di cui si fa parte. Inoltre, si propone un’armonizzazione dei diversi livelli di conoscenza, cioè quello razionale-filosofico, quello religioso e quello estetico. L’ultima parte del capitolo mette in rapporto questi tipi di conoscenza con la triade classica dei trascendentali, il bello, il bene e il vero.El planteamiento antropológico filosófico, titolo del secondo capitolo, rispecchia il suo scopo, che è quello di circoscrivere l’oggetto di studio della filosofia dell’uomo, partendo dal problema della posizione della persona come argumento per se stessa. Si passa in rassegna il problema della oggettività kantiana per esporre il rapporto realtà-conoscenza e infine l’approccio conoscitivo all’esistenza.Nel terzo capitolo, Alvira presenta la sua analitica antropologica, e riprende i temi classici della composizione anima-corpo, dei rapporti fra il naturale e il soprannaturale, la storicità umana, la sessualità, e la cultura.Il quarto capitolo intitolato Sintética antropológica presenta la dinamicità della vita umana sotto quattro aspetti: il processo di diventare essere umani, la proiezione umana davanti all’inevitabile questione del fine ultimo, la strutturazione della vita nell’ “abitare” e nel “produrre”, e infine un abbozzo di filosofia del quotidiano che è presentato come l’autentico palcoscenico dell’autorealizzazione.È in occasione degli argomenti di questo quarto capitolo che mi sembra opportuno aggiungere una breve presentazione di una seconda opera di questo autore, Filosofía de la vida cotidiana. Pur essendo un libro basato su varie conferenze tenute negli ultimi dieci anni, riprende i grandi temi dello sviluppo della persona nel processo del quotidiano, e ripropone a livello filosofico gli argomenti dell’abitare e del produrre come ambiti di scambio della persona con la natura, che resta sempre umanizzata dopo questo commercio con l’umano.Altri argomenti di non facile esame filosofico che l’autore riesce a tematizzare sono l’arte di invitare come punto di partenza del donare e dello scambio che ogni rapporto umano esige: dire, insinuare, condividere un festeggiamento, partecipare alla gioia di una nuova nascita, sono tutte manifestazioni della spiritualità umana.Il gioco, i suoi rapporti con la festa, lo spirito sportivo – la sportività spiegata como una spinta nei diversi ambiti dell’agire umano oltre allo sviluppo delle virtù agonistiche – chiudono gli argomenti della prima parte.Nella seconda si trattano la noia, la felicità abbinata alla sofferenza, lo spirito di finesse, e una reinterpretazione del tema del cuore. Sorprende come da una sola parola (la noia) si possa tessere un discorso filosofico sui desideri e i bisogni umani, visti nella prospettiva della storia e presentati ad un pubblico che oggi ha troppe cose da desiderare e poche idee direttrici per comprendere quali fra di loro siano all’altezza della sua condizione spirituale.Negli altri temi si ritrova come filo conduttore il condividere (compartir), sia nelle forme dell’amicizia per quanto riguarda la felicità e la sofferenza, sia nella capacità di capire gli altri per comunicare e per andare incontro ai loro bisogni (la finesse ovvero finura de espíritu in spagnolo), nonché nella concezione del cuore come l’ubi della mediazione, della conciliazione con gli altri per poterli accogliere e servire. Tutti questi sviluppi mirano ad offrire elementi affettivi e razionali – nell’agire umano devono sempre andare insieme, secondo la prospettiva dell’autore – perché ognuno possa imparare a valutare criticamente e a gestire in prima persona i molteplici elementi di una società in continua evoluzione.
JUAN ANDRÉS MERCADO