Risorse Bibliografiche
ALICI Luigi (a cura di), Azione e persona: le radici della prassi, Vita e Pensiero, Milano 2002, pp. 176.
ALICI Luigi (a cura di), Azione e persona: le radici della prassi, Vita e Pensiero, Milano 2002, pp. 176.
La riflessione sull’azione umana richiede il confluire di analisi storiografiche, etiche, politiche, antropologiche ed ontologiche, sicché costituisce un ottimo terreno di confronto per studiosi di varie discipline filosofiche. Lo si vede leggendo questo volume, frutto di un convegno internazionale promosso dal dipartimento di filosofia e scienze umane dell’università di Macerata.Sottraendo l’azione alla presunta neutralità dell’analisi della filosofia analitica, negli otto interventi qui contenuti viene presentato con sufficiente completezza l’arco dei problemi speculativi in essa implicati. Tale ampiezza tematica è stata possibile soprattutto grazie alla decisiva mediazione antropologica, cioè alla correlazione di azione e persona. In effetti, come sottolinea il curatore del libro, «la riconsiderazione della centralità strategica della persona umana, colta nel punto di confluenza fra apertura ontologica e attuazione pratica, sottrae il dibattito intorno all’azione alla tentazione di chiudersi nella celebrazione della propria autonomia epistemologica, fronteggiando una doppia forma di riduzionismo: il riduzionismo naturalistico, che restringe l’esperienza morale a attualità esteriore, e il riduzionismo spiritualistico, che la riduce a interiorità autosufficiente» (p. 9).J.M. Rist si sofferma con competenza su Desiderio e azione. L’eredità del mondo antico (pp. 29-44), ripensando il valore del lascito platonico per un’adeguata comprensione del rapporto tra conoscere, volere e amare. Spostandosi verso la filosofia contemporanea, J. Leclercq analizza L’azione come principio etico. Sguardo sul progetto filosofico di Maurice Blondel (pp. 45- 69): la proposta blondeliana indica gli equivoci del pragmatismo e cerca l’articolazione della metafisica e della morale, in contrasto con il positivismo, puntando alla riscoperta dell’«ampiezza originale della volontà» (p. 69).Un altro percorso storiografico è quello seguito da F. Viola, in Azione, autorità e autorizzazione: a partire da Hobbes (pp. 71-84): la concezione hobbesiana è considerata come una delle principali formulazioni moderne della teoria della rappresentanza politica, nella quale (seguita in ciò dalla proposta di Kelsen) emerge una diffidenza verso la soggettività e l’intenzionalità, da cui derivano conseguenze rilevanti per la vita politica e sociale. E. Runggaldier si sofferma su Il naturalismo filosofico contemporaneo e le sue implicazioni antropologiche (pp. 85-100), dalle quali deriva una «nuova sfida alla concezione tradizionale e cristiana della persona» (p. 85); nell’odierno contesto monistico viene sempre più sfumata l’esistenza di un soggetto dotato di identità durevole nel tempo e le azioni umane sono interpretate senza far ricorso all’agente. Dal punto di vista epistemologico P. Janich indaga L’agire fra vita quotidiana e scienza (pp. 103-125): cercando di delineare un concetto di agire, mostra che anche la scienza naturale ha bisogno di una teoria dell’azione e che quest’ultima non è «una prestazione meramente individuale dell’organismo» (p. 124). Il contributo di C. Vigna, su Azione, responsabilità e valore (pp. 127-150), riprende l’articolazione tra ontologia ed etica, coniugandola con il tema dell’intersoggettività, sulla scorta della lezione aristotelica. Riaffrontando un tema a lui caro, A. Rigobello scrive su Azione e persona: l’esteriore e l’interiore (pp. 151-162). In queste pagine egli riflette sul nesso tra persona e volontà, illustrando in che modo «l’autenticità della persona è coinvolta nell’azione in cui si esprime» (p. 161). Chiude il libro l’intervento di G. Cantillo incentrato su L’azione nella storia: diritto naturale e pensiero utopico (pp. 163-176); in riferimento soprattutto a Troeltsch e a Bloch, viene rilevato il ruolo del pensiero utopico per la comprensione del rapporto tra agire umano ed accadere storico.Come si può dedurre, si tratta di un libro poliedrico e proprio per questo davvero efficace nel suggerire molti spunti di riflessione e di ricerca. FRANCESCO RUSSO