Risorse Bibliografiche
Aa. Vv., Augusto Del Noce. Il pensiero filosofico, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1992, pp. 331.
Aa. Vv., Augusto Del Noce. Il pensiero filosofico, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1992, pp. 331.
Il volume raccoglie gli atti del convegno su "Il pensiero filosofico di Augusto Del Noce" tenutosi presso l'Università di Udine nei giorni 12 e 13 novembre 1990. Presidente del Comitato organizzatore è stato il Prof. Danilo Castellano che è anche il curatore del presente volume.Nel suo indirizzo di saluto, in apertura dei lavori, è tracciato il programma: «Il convegno intende rendere omaggio ad Augusto Del Noce non in chiave apologetico-celebrativa ma in termini scientifico-problematici (...) intende essere costruttivamente critico. Risalterà, così, la profondità della filosofia delnociana, le sue aperture e i suoi punti fermi, la sua utilità per la comprensione di molte questioni vive del nostro tempo...» (p. 8).Il libro è diviso in due parti. La prima raccoglie i testi (parzialmente rielaborati) delle relazioni presentate e la seconda, di mole decisamente inferiore, tre contributi non presentati in sede di convegno ma che si riallacciano a tematiche affrontate nel corso del dibattito.La prima parte consta di una introduzione, di nove relazioni e di un capitolo conclusivo, del Prof. Castellano, che traccia un rapido bilancio del convegno e si sofferma con grande chiarezza su alcune questioni critiche emerse nelle comunicazioni.L'introduzione ci dà una rapida visione della vita e dello sviluppo del pensiero di Del Noce. Un pensiero "difficile a cogliersi", che ha le caratteristiche di un filosofare attraverso la storia, ossia di utilizzare argomentazioni storiche come criterio di verifica della validità delle idee filosofiche.Un pensiero che, come in Pascal, vede una fede "giustificata" dalla ragione attraverso la storia. Così come il razionalismo si presenta come ingiustificata opzione che esclude il soprannaturale e il peccato originale, la scelta per il trascendente «non si dimostra, ma si coglie in un'esperienza immediata» (p.15). Non è sentimento contrapposto ad intelletto, siamo pur sempre nell'ambito della conoscenza, così come il "cuore" pascaliano che "sente" i principi. D'altra parte l'opzione è una necessità esistenziale, dato che «nella situazione umana la verità non può essere raggiunta se non dopo lunghe ricerche e viceversa la vita ci impone di deciderci subito» (p. 22).L'opzione delnociana non ha dunque una valenza irrazionalistica e ancor meno antimetafisica. Si può parlare di una metafisica storicamente dimostrata e ritrovata al termine della problematizzazione della storia della filosofia.Già da queste brevi annotazioni emergono due temi importanti, "l' ontologismo" di Del Noce e il suo rapporto col tomismo. Ennio Innocenti espone la posizione del magistero ecclesiastico riguardo all'Ontologismo e poi la posizione di Del Noce riguardo all'Ontologismo e al Tomismo. Dalla relazione emerge un giudizio critico sul credito che il Nostro dette ad un pensiero condannato in più punti dalla Chiesa, credito mai ritirato, anche quando si darà un indiscusso riconoscimento alla validità del tomismo.Il nostro autore, è questa la tesi di Antonino Poppi, non ebbe una profonda conoscenza diretta di san Tommaso. Pur manifestando una grande ammirazione per il pensiero delnociano, il relatore gli muove l'appunto di aver privilegiato una difesa del soprannaturale rispetto ad una difesa della trascendenza, o, se si vuole, aver reso teologico un discorso da portare avanti, in opposizione al pensiero immanentista, su un piano prettamente filosofico. Ciò porta il Poppi ad affermare che «la fragilità dell'impostazione metafisica del nostro autore non sembra la più attrezzata per condurre ad armi pari, cioè solo razionali, una simile contesa, per la quale, all'opposto, una più robusta metafisica classica e tomistica, correttamente intesa, potrebbe fornire le armi teoretiche vincenti» (p. 82).Questo giudizio sembra, per la verità, ingeneroso. L'analisi di Vittorio Possenti che tratta della modernità e metafisica in Augusto Del Noce, pone in rilievo come si sia data nel nostro autore una riscoperta tramite Gilson del tomismo, con la conseguente apertura di un cammino di riflessione che non poté essere concluso.Le pagine di Possenti sul tema sono chiare ed illuminanti, e ci consentono, inoltre, di individuare alcuni elementi da tener presenti nel considerare la posizione rispetto all'ontologismo del filosofo di Pistoia.Del Noce fu acutamente consapevole della necessità di una rigorosa definizione dell'ontologismo, ma non arrivò a delinearla. A avviso di chi scrive questo tema è di grande importanza nello studio dell'Autore e di non facile comprensione. Possenti accenna al riguardo (p. 63, nt. 27) alcuni elementi interpretativi.A Rosmini si arriva attraverso Malebranche e Vico, partendo da Cartesio, in una linea di storia della filosofia che, nel pensiero moderno, ritrova l'essere e si propone come alternativa religiosa rispetto alla altra linea che passa attraverso Kant ed Hegel e si compie, irreligiosamente, alternativamente in Nietzche ed in Marx.Questo pensiero, religioso, aperto all'essere, che attraversa il periodo moderno, è la possibilità "ontologica" di sviluppo del pensiero Cartesiano, nella quale la soggettività è soggettività cristiana alla maniera agostiniana.Questa storia "minore" inserita nel pensiero italo-francese della filosofia, obbliga a riconsiderare la visione ufficiale storicistica della storia della filosofia. Francesco Mercadante si sofferma su questa esplorazione, esaminando il caso italiano. La storia italiana è storia delle idee filosofiche; l'analisi di Del Noce dà una originale interpretazione a quel fenomeno culturale (nel senso di interno alla filosofia moderna) che è il fascismo inteso come rivoluzione perdente ma integrata nella modernità.Toccando questi temi si entra nel cuore dell' analisi transpolitica della storia, parte importante e originale della preziosa eredità culturale lasciataci dal nostro autore, e di cui parla nella seconda parte del libro Paolo Miccoli. E' questo un altro aspetto assolutamente cruciale del pensiero di Augusto Del Noce, in cui assume rilievo la figura e l'opera di Gentile, tentativo estremo e coerente di superamento del marxismo, separandone la dialettica e l'empito rivoluzionario dal materialismo, nell'attualismo. Tentativo di superamento bocciato però dalla storia.Sul tema del rapporto con Gentile, Franco Tamassia, in una relazione interessante e particolarmente originale, profila un'ipotesi di notevole vicinanza fra il pensiero di Del Noce e quello di Gentile. Ne emerge un'immagine di Del Noce idealista, discepolo "subconscio" (è espressione del relatore) del filosofo dell'attualismo che sembra voler provare troppo. Una visione complessiva dell'opera delnociana porta ad individuare, come scrive Castellano nelle "Domande conclusive", nei confronti dell'idealismo in generale e dell'attualismo in particolare, una critica radicale. Il rispetto per il filosofo siciliano e il dialogo con lui (si pensi all'ultima opera, postuma, di Del Noce) non impedisce che si dia nel nostro autore una grossa e fondamentale divergenza di pensiero.Questo è anche il pensiero di Giovanni M. Pozzo che esamina il rapporto fra Del Noce e Gentile da un punto di vista gentiliano, difendendo il pensiero di quest'ultimo da alcuni rilievi mossigli dal nostro.Risulta interessante la trattazione del Risorgimento come categoria filosofica fatta da Giancarlo Giurovich, e continuata nella già citata relazione di Franco Tamassia. Il Risorgimento in Del Noce non è un semplice fatto storico. In una storia che è storia del pensiero, in contrapposizione alla rivoluzione e alla reazione il risorgimento è un volgersi all'eterno, un risollevarsi delle Nazioni attraverso l'approfondimento della loro tradizione, criticando l'ordine storico dal punto di vista di un ordine ideale, in antitesi radicale ai valori materialistici marxiani e pertanto illuministici.Il saggio di Tito Perlini risulta di notevolissimo interesse, illuminandoci sul rapporto fra Del Noce e Maritain, sulla concezione dell'ateismo del nostro autore e sul suo rapporto di pensiero con Martinetti e Croce.Giuseppe Goisis ci introduce nell'analisi di Del Noce sulla storia recente, immettendoci in una visione lucidissima e profetica del marxismo, del gramscismo e del finale trionfare della società opulenta come esito finale di un' eterogenesi dei fini. E' innegabile che l'acutezza delle analisi storiche del momento contemporaneo sia un punto di assoluta importanza dell'opera del nostro autore. Il relatore accenna a qualche perplessità riguardo alla parte propositiva, construens, che gli sembra evocata ma non sviluppata compiutamente.Infine il breve saggio di Luciano Musselli sui rapporti fra Del Noce e il Mondo del diritto (un incontro mancato o rimandato) contiene spunti interessanti per un tema particolare.Il volume è chiuso da Danilo Castellano con un breve accenno al tema della modernità, tema centrale della speculazione delnociana che contiene ed alimenta tutti gli altri. Alla modernità come processo ineludibile di immanentizzazione del divino si oppone la ricerca storico-filosofica del nostro. «Il primo passo teoretico della filosofia presente» srive Del Noce «deve consistere nel porre in discussione la visione ordinaria della storia della filosofia, cioè quella secondo cui, almeno da Cartesio in poi, questa storia non potrebbe essere pensata che come processo verso la radicale immanenza» (p. 330).Concludendo, chi scrive ritiene che il volume sia di notevole interesse, non come presentazione sistematica di un pensiero filosofico, ma nella misura in cui presupponga una conoscenza diretta dell'autore in questione. Il pensiero di Del Noce é di grande attualità e proprio per questo problematico, complesso e non sempre facile da interpretare. Il rischio evidente sarebbe quello di semplificarlo e banalizzarlo. Un'opera come questa raccolta di studi si presenta come utile mediazione per approfondire e riflettere sulle tematiche delnociane a patto che poi, arricchito il bagaglio critico, si torni a confrontarsi con la viva voce di questo grande autore contemporaneo. DARIO SALIMBENI